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QUARTO CHAKRA – ANAHATA

Scritto da divinamente Staff in Curiosità
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23 gennaio 2020 - 0 commenti4C 850x420
In questo articolo trattiamo il quarto Chakra, il cui nome è ANAHATA.

ANAHATA si localizza all’altezza del petto, più precisamente circa tre dita sopra la linea dei capezzoli. Il suo stadio di sviluppo va dai 4 ai 7 anni di età.

Il colore che lo rappresenta è il VERDE, con sfumature rosa, mentre il metallo è il RAME.

È, questo, un Chakra degno di considerazione poiché rappresenta il “Ponte dell’arcobaleno”, ovvero il punto di incontro fra i Chakra alti e quelli bassi; di fatto è, dunque, la sede del nostro equilibrio. Attraverso questo centro è possibile mettere in relazione le polarità, ovvero capire quanto il mondo materiale e quello spirituale siano intimamente connessi. È di fatto un errore credere che il materiale non si fondi con lo spirituale, e questo Chakra ha il preciso scopo di armonizzare le due realtà che permeano la nostra individualità. ANAHATA è un centro di smistamento energetico: dovete immaginare che, quando è in equilibrio e in buona attività, questo quarto Chakra sia un vero punto di smistamento in grado di distribuire e consegnare energia a tutti gli altri centri, in ogni parte del corpo. Va da sé che ciò ci deve responsabilizzare, accertandoci che questo Chakra sia sempre in ottima funzione.

ANAHATA PRESIEDE IL SENTIMENTO DELL’AMORE, COMPRESO L’AMORE UNIVERSALE; con questo in mente assume grande rilevanza la completa accettazione di se stessi, accettazione che permette di ricevere e dare amore in egual misura. Ritornando all’esempio del centro di smistamento, dobbiamo renderci conto che il nostro canale relazionale deve essere aperto sia in entrata che in uscita, attraverso uno scambio armonioso e continuo con l’ambiente esterno.

Se è vero che amare ed essere amati è un diritto fondamentale, sovente ci dimentichiamo l’altra faccia della medaglia ovvero che tale diritto si reprime – o, nella migliore delle ipotesi, si danneggia – attraverso tutte le forme di pregiudizio che costruiamo attorno a noi. Dobbiamo sempre accendere una lampadina e allarmarci quando ci rendiamo conto di possedere un basso livello di autostima oppure quando non siamo capaci di provare emozioni e comunicare. L’assenza di amore per se stessi porta inevitabilmente ad un blocco di questo centro, impedendo sane e appaganti relazioni. Un tempo la capacità relazionale ci era utile per la sopravvivenza stessa della nostra specie: in assenza di relazioni potevamo essere estromessi e la solitudine avrebbe portato alla nostra estinzione. Oggi, più evoluti, i concetti di base non cambiano, anzi si amplificano: le nostre relazioni si arricchiscono di nuove sfaccettature, non soddisfacendo solo i bisogni primari ma elevandosi sino allo sviluppo del pensiero e della mente. La relazione è il trampolino dell’evoluzione. Capita sovente, infatti, che nelle nostre relazioni (sentimentali, familiari, amichevoli, persino lavorative) si scelga come controparte una persona che incarna la parte di sé che non è stata ancora integrata. Ciò non deve sorprenderci: solo riconoscendo e integrando tutte le proprie parti possiamo effettivamente comprendere chi siamo e attribuirci il reale valore di noi stessi, sia in termini individuali che in rapporto con la società in cui viviamo.

Soffermiamoci sugli organi di appartenenza di questo Chakra e otterremo il senso profondo di ANAHATA. Gli organi in questione sono il cuore e i polmoni, organi vitali che permettono l’esistenza e il respiro. Il seno appartiene a questo centro energetico, il simbolo per eccellenza di vita in quanto dona sostentamento al figlio attraverso il latte materno. Anche le braccia rientrano in questo Chakra, e ciò non ci sorprende in quanto attraverso le braccia accogliamo e riceviamo. L’estensione delle nostre braccia sono le mani e con esse accogliamo e doniamo; è infatti in questo centro energetico che possiamo ritrovare il nostro equilibrio dinamico fra attaccamento e libertà: attaccamento, inteso come bisogno che l’anima ha di incarnarsi; libertà, intesa come bisogno che il corpo ha di tornare alla fonte primigenia. Qui, nel quarto Chakra, questi due elementi si fondono.

Insomma, ANAHATA desidera orientarci alla passione per la vita, invitandoci a credere in noi stessi e a sviluppare coscienza e accettazione per gli altri; solo in questo modo possiamo formare relazioni appaganti con gli altri e maturare una personalità equilibrata e consapevole.

Cosa significa questo per noi?

Siamo anime alla continua ricerca di equilibrio nel vestito che chiamiamo corpo. Questo implica impegnarsi a conoscere meglio se stessi, per poi sviluppare empatia e sintonia con gli altri. Ciò crea, dovrebbe creare – ecco il nostro scopo! – una perfetta forma di relazione col tutto e permettiamo così alla nostra anima di fluire amorevolmente nell’universo.

Con questo in mente è più chiaro identificare i traumi legati a ANAHATA: trauma dell’abbandono, sia fisico che emotivo e spirituale; lutti, divorzi, tradimenti, perdita o separazione dei genitori; rifiuto da parte di altri, fino ad arrivare a decidere noi stessi di abbandonare qualcosa o qualcuno pur di non soffrire. È degno di nota ricordare che, in linea di principio, un trauma subito in qualsiasi centro di coscienza nei Chakra inferiori si ripercuote su questo Chakra.

L’elemento corrispondente al quarto Chakra è l’ARIA e il suo demone è il DOLORE. Questo ci porta ad un ragionamento semplice: il dolore, soprattutto quando è profondo e non rimosso, ci priva di essere in contatto con i nostri sentimenti. Dovremmo quindi impegnarci a liberarci – dare aria, appunto – del nostro dolore represso, smettendo di negarlo ma, piuttosto, guardandolo “in faccia” per poi lasciarlo andare. Come farlo? Attraverso la compassione e la devozione laddove per compassione non si intende provare pietà per qualcuno ma lavorare all’empatia sincera, e per devozione si intende un atto di amore altruistico e puro che spinge a lasciar correre l’energia in un atto spirituale di resa. Questa fusione di sentimenti nasce dalla fede in noi stessi e nell’altro, lavoro che ANAHATA ci costringe amorevolmente a fare.

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Ecco alcuni pratici consigli per attivare nel migliore dei modi ANAHATA:

  • Prima concentrati sullo sviluppo dell’amore per te stesso: impara a volerti bene, a conoscerti meglio per accettare il fatto che meriti di essere felice.
  • Poi lavora sull’empatia e sulla sintonia col mondo esterno: impara a non giudicare, a riconoscere che siamo anime in stato di apprendimento.
  • Infine armonizza l’amore per te stesso con l’amore altruistico: ti accorgerai di lavorare bene su questo aspetto quando e quanto più ti sentirai in pace col mondo.

Questi consigli ci permettono di alleviare o eliminare eventuali disfunzioni fisiche associate a questo centro energetico, quali ad esempio la mancanza di respiro, l’asma, il petto infossato, i problemi circolatori, le carenze immunitarie, le tensioni fra le scapole e i dolori al petto.

Se il quarto Chakra è carente ecco che mancherà quella famosa empatia di cui ho già accennato; saremo antisociali, isolati, freddi, critici, giudicanti; saremo intolleranti con noi stessi e con gli altri e non sapremo sentire ciò che provano gli altri; avremo paura dell’intimità e delle relazioni; saremo cinici nei confronti dei sentimenti, nonché narcisisti.

Se il quarto Chakra è in eccesso allora soffriremo di gelosie ingiustificate, tendendo ad attaccarci o divenendo dipendenti dell’altro, soprattutto nelle relazioni sentimentali; ci sacrificheremo in eccesso mostrando un lato falsato di inutile martirio; richiederemo morbosamente attenzioni e cure.

Quando ANAHATA è dominante l’uso eccessivo dell’amore è strumentalizzato: la personalità amorevole in realtà è solo alla ricerca del proprio appagamento, di un secondo fine con il pessimo pensiero “io do per ricevere qualcosa in cambio”. Se ci troviamo ad aver a che fare con persone che appaiono martiri, in continua sofferenza, che giustificano la loro condizione con l’eccessivo amore che riversano agli altri, sappiate che siete al cospetto di un ANAHATA dominante, pieno di egocentrismo e alla continua ricerca di apprezzamenti, seppur mascherando il tutto con una forma di altruismo smisurata.

Possiamo lavorare all’equilibrio del quarto Chakra attraverso i suoi cristalli di riferimento, prevalentemente di colore verde e rosa, quali la TORMALINA VERDE e il QUARZO ROSA, così come l’AGATA ROSA E VERDE, l’OPALE ROSA VERDE, la MALACHITE e lo SMERALDO. Gli oli essenziali utili a ristabilire la corretta energia di ANAHATA sono ROSA DAMASCENA, MELISSA, LAVANDA, VANIGLIA e il BERGAMOTTO.

Possiamo ATTIVARE e PULIRE il quarto Chakra ANAHATA in diversi modi:

- Attraverso la VISUALIZZAZIONE: allenati a contemplare un fiore di colore verde a dodici petali (oppure, se ti è più semplice, un cerchio di colore verde) affermando a te stesso “Io sono in armonia con me stesso e con gli altri” oppure semplicemente, ma con profondità, “IO AMO”.

- Attraverso la MUSICA: utilizza il mantra di riferimento YAM, che potrai canticchiare o ripetere durante le tue meditazioni. È utile anche sapere che la sua nota musicale di riferimento è il FA.

- Attraverso l’AROMATERAPIA: scegli l’OLIOESSENZIALEDI CIPRESSO e di MELISSA oppure L’OLIO ESSENZIALE DI PINO e di ROSA DAMASCENA.

- Attraverso il MASSAGGIO PLANTARE: massaggia con un movimento circolare l’area del piede qui indicata, corrispondente alla proiezione energetica del quarto Chakra.

Quando il quarto Chakra ANAHATA è in equilibrio ecco che ti accorgerai di essere una persona più compassionevole ed empatica; sarai capace di amare e di essere altruista senza richiedere nulla in cambio; avrai una spiccata sintonia con gli altri e ciò non solo migliorerà il tuo sistema immunitario, rendendolo più forte ed efficiente, ma soprattutto ti farà apprezzare dagli altri e ti sentirai finalmente in pace col mondo!

Carla Allieri

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