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IL GATTO E LA SUA MAGIA

Scritto da divinamente Staff in Prodotti
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18 settembre 2020 - 0 commentiF01 850x420

Certamente conosciamo il gatto perché, assieme al cane, è uno degli animali domestici più accolti nelle famiglie odierne. Le varie razze ci permettono di conoscerne le differenti bellezze, dal pelo agli occhi fino al corpo più o meno affusolato. Per quanto ritenuto più indipendente del cane, nel tempo ha preso di diritto lo status di animale da compagnia. In questo articolo oggi trattiamo il suo lato misterioso ed esoterico.

Partiamo dagli albori, ovvero da quando millenni fa questo animale era ritenuto sacro. Precisamente in Egitto il gatto era ritenuto a tutti gli effetti una divinità che affiancava gli altri déi nell’Olimpo: Bastet (la dea della fertilità, della maternità e delle gioie terrene) era rappresentata con il corpo di donna e la testa di gatto per dimostrare che questo animale ne era la sua raffigurazione terrena: talmente ritenuto sacro che chi lo uccideva era punibile con la morte! Quando un gatto moriva veniva imbalsamato e la sua tomba era posta in una necropoli destinata esclusivamente a lui. Possiamo dunque affermare che le origini di questo animale (per inciso tutti i gatti discendono dal Gatto africano) partono coi migliori presupposti. Cerchiamo dunque di scoprire le sue caratteristiche, quelle qualità che evidentemente lo hanno reso speciale agli occhi delle prime popolazioni politeiste.

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Innanzitutto il gatto ha attinenza con la luna: rappresenta la terra, il notturno, il femminile e si contrappone al maschile, al solare. Queste caratteristiche lo rendono un essere empatico e tutt’oggi è dimostrato che le sue forti capacità sensitive lo distinguono dagli altri animali tanto che esso è in grado di carpire le energie negative dell’ambiente e canalizzarle su di sé; chi ha la fortuna di possedere un gatto potrà certamente confermare come la sua presenza sia riposante e terapeutica. Questo non è dovuto solo al suo comportamento sornione ma ad una vera e propria predisposizione a prediligere il benessere e l’armonia: istintivo quando serve, per il resto della giornata il gatto raggiunge quasi miracolosamente una sorta di consapevolezza che lo spinge ad un equilibrio invidiato da noi umani.

Chi non si è mai soffermato anche solo qualche secondo a godersi la pace che traspare da questo animale? I monaci zen ne avevano inteso il potenziale, tanto da ritenere che questo speciale essere era in grado di “mostrare la Via” a noi umani.

E non c’è da stupirsene, se pensiamo agli “accessori in dotazione” che il gatto possiede in natura: un olfatto portentoso (simile se non superiore a quello del cane), un udito super sofisticato (può percepire il respiro di un topo a decine di metri sottoterra), una vista speciale (funziona perfettamente persino al buio) mettono questo felino al primo posto tra gli esseri in grado di “vedere” la Realtà circostante con un più ampio spettro, impossibile per noi umani. Ecco perché gli egiziani definivano sacro il gatto, ed ecco perché nel periodo più buio della storia, il Medioevo, i religiosi lo associavano al diavolo e all’inferno per il timore che procurava.

Abbiamo detto che è un essere lunare, quindi femminile: ciò si rileva dal suo atteggiamento matriarcale, tanto che in una colonia felina il componente più importante e di riferimento sarà la femmina più anziana. Questo spiega il motivo per cui in passato il gatto è sempre stato associato ai culti sacri rivolti alla Dea Madre. Ma non è tutto! La sacralità del gatto è riconosciuta tutt’oggi in ogni parte del mondo anche e soprattutto per le sue capacità esoteriche. In Estremo Oriente è sacro e si ritiene indiscutibilmente detentore di qualità occulte paranormali; in Thailandia sono sacri i gatti siamesi, ritenuti un tramite col divino; nei monasteri buddhisti la razza del Sacro di Birmania è venerata per la sua dote divina e spirituale; in Egitto, come già accennato, era addirittura definito un dio o canalizzatore di messaggi divini; gli antichi Fenici, e prima ancora i Micenei, furono i primi ad adottare i gatti nei loro viaggi in mare tanto da ritenere l’animale un protettore delle navi. Insomma, ogni cultura nel corso della storia ha attribuito il giusto merito a questo animale magico, ragion per cui nel periodo oscuro dell’Inquisizione il gatto fu sempre associato al Diavolo e alle Streghe, quando sappiamo bene che queste due figure furono travisate nella loro originale definizione. Nei confronti di questa creatura, dunque, ci fu un atteggiamento perlopiù ipocrita obbligato dall’influenza religiosa del tempo che voleva avere il controllo pressoché totale; ecco per cui, a titolo di esempio, gli ecclesiastici bandivano il gatto come animale demoniaco e poi (si veda il monastero dei Certosini) lo allevavano all’interno dei loro conventi come animale da compagnia e cacciatore di topi.

Da dove nasceva questa paura “spiritica” del gatto? Indubbiamente dalla sua capacità di vedere gli spiriti dei defunti. Sia in passato che in periodi recenti vi sono numerosi episodi di gatti che hanno avuto reazioni strane e di estrema attenzione all’interno di stanze in cui pareva non esserci nessuno. Spiati anche attraverso telecamere, hanno mostrato di avere una spiccata sensibilità alle energie sottili e nascoste, al calore di presenze invisibili. A titolo di esempio, esistono varie foto che dimostrano come il gatto osservasse e dirigesse il suo sguardo in direzione delle sfere di Orbs, invisibili all’uomo: se queste sfere, come molti accusano, fossero solo pulviscoli della macchina fotografica, come si spiega tutto ciò? Altri esperimenti hanno dimostrato il potere di attenzione dei gatti verso entità energetiche, vibrazioni ultrasensibili o frequenze ignote agli umani. Sappiamo senza tema di smentita, poiché anche la scienza lo afferma, che esiste un mondo invisibile fatto di energie a noi sconosciute ma comunque presenti nella nostra Realtà.

Una ulteriore prova di come il gatto sia in grado di percepire o “sentire” energia è data dal classico esempio che molti hanno potuto sperimentare di persona: se dovessimo avere un mal di stomaco, il nostro felino si porrebbe istintivamente sulla nostra pancia regalandoci un immediato sollievo; se avessimo un problema, anche serio (molti malati tumorali lo hanno appurato) in qualche parte del corpo, il nostro gatto insisterebbe ad accoccolarsi proprio su quella specifica zona, per recarci sollievo o comunque per indicarci dove siamo carenti di energia.

Potrebbe bastare ma non è tutto. Conoscete i cosiddetti nodi di Hartmann? Sono quelle particolari intersezioni delle linee del campo magnetico terrestre che schermano tutto il pianeta a intervalli regolari. Gli uccelli migratori ne sono a conoscenza e noi umani, se sostiamo a lungo sopra questi nodi, proviamo una sensazione di disagio e spossatezza. I gatti, invece, sono gli unici animali che si rilassano laddove noi e gli altri esseri evitiamo quelle intersezioni. Come mai? Questo può essere spiegato solo se si comprende la forte connessione tra loro e il Cosmo, tra la loro energia e l’Energia Oscura che permea l’Universo. Forse ciò spiega anche il motivo per cui questi animali magici abbiano un potere curativo così forte quando noi umani stiamo male fisicamente. Di certo spiega il perché gli antichi Egizi, popolo spirituale fortemente evoluto, avessero intuito nel gatto il suo potere divino tanto che lo legavano ai riti magici ancestrali della Dea Madre e di quelle energie ancora oggi invisibili ma che la scienza matematica è riuscita a teorizzare e rendere reali.

Cosa possiamo dire, a conclusione di questo argomento tanto curioso ed esoterico? Di certo si può affermare che la magia del gatto non risiede solo in qualche teoria antica ma è stata dimostrata anche con i mezzi scientifici oggi a nostra disposizione; pertanto è doveroso porsi, nei confronti di questo felino (così come dovremmo fare per ogni creatura) con un atteggiamento reverenziale e rispettoso e comprendere che, oltre la sua indubbia bellezza e tenerezza, il gatto può aiutarci ad allinearci e conoscere meglio quel mondo sottile e invisibile che spesso non siamo in grado di percepire.

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